domenica 28 settembre 2008

4 Ottobre, oltre le isole delle Cicogne

Arriveremo. Ce la faremo, anche sostando qualche giorno a Tenerife. Dobbiamo riprendere fiato. Ma arriveremo a toccare le isole delle Canarie; il tempo qui è ancora molto buono. Niente fa pensare che la perturbazione si abbassi e si avvicini. Non dovrà piovere e neppure troppo mare mosso; la nostra vela non si puo' permettere troppo tormento. Ci dicono che stanno accadendo molte cose in Paese. Si noi lo chiamiamo così; in Paese.
Sabato sera, ci rimettiamo in sincronia. E ci "vediamo" in trasmissione alla solita ora, dall 23 alle 1,00. Ok, ragazzi.
Jack ci ha scritto; una lunga lettera. Molto lunga codificata alla vecchia maniera non so da quale strumento dalla piattaforma del "Rospo", come la chiamiamo noi. Ciao Jack, passeremo vicino a te.
"All’alba, tappandomi le orecchie per i colpi di sirena della Portarinfuse, mentre la balena della Volganeft rischiava di travolgermi con tutta la torretta Est, mi sono voltato alle spalle al suo passaggio, colando acqua dai capelli come il Tritone di marmo di una fontana, e l’ho vista. Anche Jemima, sul Rospo Atlantico Due, era stata svegliata dal chiasso del cargo costretto a una virata improvvisa. Io mi stavo già immaginando gli ordini concitati sul ponte ufficiali russo come quelli del Titanic: «Rospo dritto a prora! Macchine indietro tutta!». Sentivo persino l’orchestrina suonare “Neare, My God to Thee”, come il 15 Aprile 1912, prima dell’iceberg. La Portarinfuse mi è passata a un capello e nel vento laggiù ho veduto i capelli di Jemima. Ci siamo guardati all’unisono per la prima volta da due mesi. Nell’inquadratura del mio sguardo, se tenevo dentro il cargo nero, Jemima sembrava minuscola, ma se fissavo soltanto lei, con indosso una tunica bianca, sembrava la statua della libertà. Secondo me, mi ha sorriso e fatto un lieve cenno. Ho risposto con un colpo di mento all’insù, come si fa incrociando una vecchia conoscenza. Allo spavento per un disastro mancato è subentrato il delizioso sgomento che inducono le storie d’amore impossibili. Ho acceso il CD del mio predecessore, Saramago il guardiano spagnolo. Mi sono addormentato sui Notturni di Chopin."

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Baricco, La Mutazione